Natura
L’uomo come parte della natura e la natura come parte dell’uomo.
Un’interazione che funziona da millenni e che sancisce il viscerale legame con la terra, con i luoghi, con spazi infiniti o circoscritti che hanno abbracciato la nostra quotidianità e plasmato la nostra anima. Contro il rischio di allontanamento definitivo da questa alleanza, Artò vuole ritornare alla funzione primordiale della natura, quella di madre e nutrice.
La fonte genitrice del nostro essere. Riavvicinarsi all’elemento naturale per accoglierlo e proteggerlo dentro di noi, vuol dire ricreare un patto antico, un rispetto reciproco. Alberi e foglie, cielo e vento, acqua e fuoco tutti gli elementi che compongono il quadro infinito dell’universo diventano così parte del nostro corpo. Ascoltare i sussurri di un bosco,stupirsi con i colori di una farfalla e godere della freschezza di un ruscello sono gesti primitivi e innati, gesti quasi infantili nella loro purezza che ci riportano verso un eden ritrovato e sono aspetti necessari per la nostra crescita e realizzazione.
La natura sta alla base della nostra intelligenza e della nostra creatività perché solo spogliandosi dagli orpelli di una modernità asettica che ci spinge invece a seguire il nostro egoismo, possiamo recuperare la nostra più autentica sostanza. Flora e fauna curano le nostre ferite, migliorano le nostre potenzialità ma soprattutto sono quella magica porta che senza “abracadabra” ci permette di oltrepassare i confini del presente e ci riporta in quel mondo sotterraneo che è quello delle nostre radici. Il nostro compito è custodire questo bene inestimabile, salvaguardarlo dal morbo dell’indifferenza e renderlo il protagonista assoluto della nostra narrazione.
Tema della salvaguardia, custodia, bene comune. Natura come soggetto di narrazione