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Artigianato

Ci sono dei saperi, delle pratiche, delle nozioni che si imparano da subito e dei saperi che vengono dalla memoria orale, da nozioni che restano in una memoria corporea dell’individuo, da concatenazioni meccaniche di ragionamenti e gesti e che nell’uomo si mostrano come una seconda natura.

La dimensione del sapere pratico è la forma di sapere più importante e più vero, quello che plasma il mondo tattile circostante e lo rende opera d’arte. Per l’artigiano ogni gesto tecnico è una domanda alla quale il materiale reagisce secondo la sua inclinazione ed è seguendo i loro materiali che gli artigiani combinano i movimenti e l’individuale dimensione del sapere pratico. Quando si pensa all’artigianato si pensa alla padronanza di un’abilità che certamente si ottiene con l’esercizio e con la capacità di dare spazio ad un processo creativo, ma anche alla capacità contingente di incidere, di afferrare, di fare pressione, di modellare in quel momento il materiale, utilizzando anche tutte quelle capacità pratiche della mano capaci però di attivare nuove intuizioni.

La conoscenza acquisita dalla mano attraverso il tatto è un’esperienza individuale tra artigiano e materia e dimostra che l’imitazione del maestro non basta alla creazione di un oggetto; occorre l’investimento di tutta la persona. Questo sapere ancestrale è patrimonio incommensurabile dell’umanità perché ci tramanda l’universo dei nostri avi, i gesti, le abilità e l’immaginazione creativa di uomini e donne che hanno lasciato in eredità un tesoro composto di molteplici gemme, che possono essere un tavolo cesellato o una semplice ricetta contadina, e nostro compito è quello di diventarne custodi.